Anche la Russia rinuncia al progetto TAV

set 4, 2012 0 comments
NDRAGHETAV
Dopo la rinuncia del Portogallo e i recenti tentennamenti francesi, sul progetto del TAV anche la Russia fa un passo indietro: nei giorni scorsi, infatti, il governo di Mosca ha annunciato che nei prossimi anni non finanzierà la costruzione di linee ad alta velocità a causa della mancanza di fondi.
In vista dei mondiali di calcio del 2018 la Russia aveva in programma la costruzione di due nuove linee (per un finanziamento totale di 103 miliardi di euro), ma la voce sul TAV è stata ora eliminata dai programmi di investimento dei prossimi due anni.
Solo poche settimane fa al governo era stato presentato un progetto di costruzione per gradi, che avrebbe dovuto ridurre il peso economico dell’opera, ma tanto gli investitori privati quanto lo Stato hanno ormai reso noti i propri ripensamenti.
Il motivo? Per entrambi l’efficienza economica dell’opera non appare tale da giustificare un simile investimento e il ministro Shuvalov ha dichiarato che, in vista dei mondiali di calcio, è più ragionevole migliorare ed implementare la linea esistente, piuttosto che impegnarsi in un progetto economicamente rischioso.
Brutte notizie, dunque, per le aziende Alstom e SNCF, che già scalpitavano in vista della grossa gara di appalto che si sarebbe aperta nei primi mesi del 2013 per i lavori del cantiere russo, e che di fronte alle decisioni del governo di Mosca si ritrovano a dover frenare i propri appetiti speculativi.
Un duro colpo, però, anche per il progetto europeo complessivo di linee ad alta velocità: il corridoio 5, che dovrebbe collegare Lisbona e Kiev, si ritrova ora senza capo né coda...
Chissà come la prenderanno i vari Saitta ed Esposito, che giusto ieri erano impegnati a farfugliare la solita solfa sull’irrinunciabilità dell’opera per l’Italia e sul procedere (a loro dire!) dei lavori all’interno del non-cantiere di Chiomonte...evidentemente la smania di poter mettere mano a una fetta dei guadagni speculativi del TAV gli ha fatto perdere anche quel poco di lucidità che sta portando diversi paesi europei a fare un passo indietro rispetto al progetto.


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