Germania:la corte costituzionale ha detto “si”

set 12, 2012 0 comments

http://systemfailureb.altervista.org/la-corte-costituzionale-ha-detto-si/
È arrivato il “si” della corte costituzionale tedesca sul fondo salvastati “condizionato” da un tetto di 190 miliardi e dal fatto che i due rami del parlamento tedesco dovranno essere avvisati delle decisioni del fondo. Dopo tre mesi di attesa e tribolazioni la corte costituzionale tedesca ha dato il via al nuovo fondo salvastati europeo, l’European Stability Mechanism(ESM).

Un segno forte dalla Germania festeggiato dai mercati e dalle borse come anche dall’euro in “risalita” sul dollaro. Tutta l’Europa può tirare un sospiro di sollievo: la crisi del debito comincia a risolversi, gli stati più forti aiutano i più deboli. Ma tutto questo è solo una facciata della questione…

Gli aiuti dell’Europa agli stati in difficoltà per essere concessi devono essere contraccambiati con un memorandum, delle precise condizioni a cui deve sottoporsi lo stato che chiede l’aiuto. In pratica lo stato che chiede l’aiuto riceve una sorta di “commissariamento”, una “vigilanza”, un “controllo” continuo e costante.

L’ESM come anche il Fiscal Compact sono l’espressione della perdita della sovranità degli stati a favore di un unico sovrastato europeo finanziario e bancario. Molti giornali e blog definiscono tutto ciò una “dittatura europea”, una “dittatura della finanza, dei mercati, delle banche e dei poteri forti”.

Sembra che la crisi dell’euro sia stata guidata nella direzione giusta ma molti cittadini europei si chiedono: a che prezzo? Sicuramente a pagare il prezzo della risoluzione della crisi sono tanti cittadini europei “vittime” delle riforme di austerità e rigore promosse per “mettere a posto” i debiti pubblici. Inoltre la crisi economica è lontana dal risolversi: stime recenti prevedono una ripresa per fine 2013.

La corte costituzionale ha detto “si”, ma tanti cittadini europei impoveriti negli ultimi tempi si stanno da tempo chiedendo “perchè” proprio loro devono pagare il prezzo della crisi dei debiti pubblici e della crisi economica dato che non l’hanno creata loro.

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