Chi c’è dietro l’ISIS?

ago 18, 2014 0 comments
Di Giuseppe Cirillo
In questi giorni sono sotto gli occhi di tutti gli orrori e le barbarie causate dallo Stato Islamico contro le minoranze degli Yazidi e dei Curdi. Il presidente Obama ha autorizzato recentemente dei raid contro i guerriglieri islamici ma a quanto pare senza alcun risultato considerevole. Ora questi si apprestano ad assaltare Baghdad, la capitale dell’Iraq e si avvicinano sempre più ad Erbil, importante città del Kurdistan iracheno; in molti temono enormi massacri. Inoltre l’ISIS attualmente controlla la frontiera con Libano e Giordania e nei giorni scorsi sono già stati i primi scontri con l’esercito libanese e questo, assieme alla blanda azione occidentale, mi ha fatto venire alcuni dubbi. Ad esempio, come mai l’Occidente non ha esitato a bombardare pesantemente Gheddafi appena questo ha attaccato il suo popolo oppure non ha esitato ad attaccare Saddam Hussein solo sulla presunzione che questo avesse armi chimiche ed invece adesso, con delle milizie terroriste che stanno attaccando lo stato iracheno legittimo, causando massacri e dolore, nessuno muove seriamente un dito? Inoltre un altro dubbio mi è venuto quando ho letto che l’ISIS ha iniziato ad attaccare il Libano proprio quando Israele è in guerra con Gaza e rischia un attacco dal nord da parte dei Libanesi, quasi sembra che l’ISIS paradossalmente stia andando in soccorso a Israele in questo caso. Ma detto questo, senza fare dello sterile complottismo, è abbastanza chiaro che l’ISIS non possa essere nato dal nulla senza un forte appoggio politico e finanziario altrimenti sarebbe stato già spazzato via. Ora, noi non sappiamo chi c’è dietro l’ISIS e dire di saperlo senza alcuna prova sarebbe solo fare del complottismo, però possiamo riflettere su chi potrebbe trarne dei vantaggi e quindi ipotizzare la sua mano dietro lo Stato Islamico e il nuovo Califfo. Personalmente mi sono venuti in mente tre entità statali che potrebbero trarre vantaggio dalla barbara espansione del Califfato:
1) Qatar: recentemente gli Emirati Arabi, il Bahrain e l’Arabia Saudita hanno ritirato i propri ambasciatori dal Qatar perché questo ha infranto la clausola di non ingerenza negli affari interni dei paesi arabi, finanziando la Fratellanza Musulmana, Hamas, i jihadisti dell’ISIS e le milizie islamiche in Libia. Quindi abbiamo già il primo sospettato, un paese arabo ricchissimo direttamente finanziatore dell’estremismo islamico. Stando alle dichiarazioni dei jihadisti, i prossimi obiettivi dell’ISIS sono Giordania ed Arabia Saudita; possiamo quindi ipotizzare che il piccolo emirato si voglia sbarazzare degli ingombranti vicini per ricreare un vero e forte califfato, dove la guida potrebbe essere in seguito presa proprio dallo stesso Qatar. Quest’ultimo ha inoltre giocato un’ottima partita anche sul lato mediatico avendo costruito il più grosso network di informazione del mondo islamico, cioè Al-Jaazera.
2) Israele: i complottisti accusano Israele di ogni cosa, noi lo mettiamo tra i sospettati, non per partito preso ma cercando di analizzare gli obiettivi di Israele. Oggi al governo di Israele ci sono i partiti più estremisti e nazionalisti e il sogno di questi movimenti è ricostruire la Grande Israele biblica, uno stato che andrebbe dal Sinai Egiziano, passando per la Giordania, il nord dell’Arabia Saudita, il Libano, parte dell’Iraq e della Siria. Caso strano l’Egitto è nel caos, Iraq e Siria sono sotto la conquista dei jihadisti islamici, Giordania, Libano e Arabia Saudita sono nel loro mirino. Quindi, mettetevi nei panni di Israele, se il vostro sogno è rifare la Grande Israele, potreste rifarla direttamente attaccando questi paesi? Chiaro che no, verreste condannati e isolati dalla comunità internazionale e attaccati dagli altri paesi islamici, quindi perché non finanziare proprio una formazione estremista islamica e farla combattere al posto vostro? Una volta che questi barbari avranno conquistato tutti questi paesi e magari dopo averli fatti infiltrare tra le file di Hamas e in Egitto, basterà far lanciare su Israele qualche attacco e Israele avrebbe il sostegno e l’approvazione dell’opinione pubblica mondiale nel far la guerra ai sanguinosi macellai dello Stato Islamico e potrebbe tranquillamente spazzarli via e occupare il territorio della Grande Israele. Ovviamente questa è solo un’ipotesi e ci vorranno anni per capire se è vera oppure no, ma è necessario monitorarla.
3) Stati Uniti: tutte le persone che si informano su internet sicuramente sanno che ci sia l’accusa da parte di certi ambienti della controinformazione nei confronti degli Stati Uniti, che avrebbero in realtà favorito gli attentati dell’11 settembre per aver la scusa a iniziare nuove guerre. Noi non sappiamo se questo sia vero oppure no, ma non escludiamo a priori nessuna possibilità. Ma tornando ad oggi, perché l’espansione dell’ISIS servirebbe agli USA? A nostro avviso, il motivo principale potrebbe essere il petrolio ma non per possederlo ma proprio per bloccarne gran parte della produzione. L’Iraq è già un gran produttore di greggio e le recenti guerre hanno praticamente dimezzato la sua capacità estrattiva. Se Arabia Saudita, Iran ed Emirati verranno poi attaccati dall’ISIS, ci potrebbe essere proprio uno shock energetico, gli USA sono già autosufficienti e potrebbero vendere il proprio petrolio in Europa, azzoppando i principali avversari.
Chi veramente sia il principale sostenitore dell’ISIS noi non possiamo saperlo ma alla luce di queste considerazioni possiamo monitorare gli avvenimenti futuri per capire i veri scopi dei finanziatori di questi terroristi. Non è da escludere che questi tre stati siano tutti sostenitori dell’ISIS, dato che i loro scopi possono anche coincidere, una Grande Israele circondata da un grande Califfato che favorisce il greggio americano e ostacola se non proprio combatte Russia e Cina. Un ricchissimo e forte Califfato Islamico potrebbe far la guerra a Russia e Cina al posto degli Stati Uniti (ricordiamoci che i Russi hanno già in casa i Ceceni e i Cinesi hanno gli Uiguri) e perché no, anche l’Europa amica-nemica degli USA potrebbe essere un bersaglio.

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