La Globalizzazione della povertà e il Nuovo Ordine Mondiale

nov 13, 2014 0 comments

Di Marco Messina

Michel Chossudovsky insegna economia nell’Università di Ottawa, in Canada. E’ un profondo conoscitore della finanza internazionale ed esperto del cosiddetto fenomeno della globalizzazione economica. Il suo libro ‘Globalizzazione della povertà e Nuovo Ordine Mondiale’, edizione arricchita del precedente‘Globalizzazione della povertà’, è una feroce e documentata denuncia rivolta contro i sostenitori del "libero mercato" e l’apertura delle frontiere nazionali agli scambi commerciali.

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 Siamo tutti ormai abituati a pensare che l’unica strada possibile per una sana economia sia il capitalismo senza freni, la deregolamentazione finanziaria, il liberismo economico e la concorrenza sfrenata sui mercati. Con le menti intorpidite dal mainstream mediatico, crediamo gli uomini dell’alta finanza, gli immobiliaristi, i banchieri o i broker di borsa uomini di successo, cervelli superdotati in grado di accumulare ricchezze inimmaginabili per il piccolo imprenditore o l’impiegato delle poste. Tutto questo in parte è vero. Eccezion fatta per qualche inevitabile scandalo e bancarotte improvvise, gli uomini di cui sopra sono milionari e spesso molto potenti. Ma tutta questa ricchezza da dove proviene? Quale sistema permette loro di accumulare tanto danaro? E, soprattutto, questo sistema, se esiste, chi danneggia? Voglio dire: oggi un abile trader di borsa o un banchiere può ottenere guadagni molto superiori ad un piccolo imprenditore titolare di una fabbrica di tessuti. Questo, però, guadagna producendo ricchezza (tessuti) e offrendo lavoro alla gente, il ché lubrifica l’economia e produce benessere sociale. Il primo, invece, lavora esclusivamente per i suoi interessi. La sua attività produce introiti che gli permetteranno di acquistare sontuose ville vista oceano, yacht e auto lussuose, oppure investire i guadagni per ottenerne di ulteriori, gonfiare pericolose bolle speculative, finanziare campagne elettorali e governi. Da qui, ad investire nel mercato delle armi per sostenere i regimi militari e terroristici e ricattare gli stati per trarne profitto, il passo è breve. Esiste una soglia superata la quale il danaro si trasforma in potere. Nel suo saggio, Chossudovsky descrive dettagliatamente i metodi attraverso i quali organizzazioni sovranazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale decidono da oltre mezzo secolo le politiche economiche globali. Dai Paesi dell’Africa subsahariana a quelli latinoamericani, dai Balcani alla Corea del Sud: lo schema è sempre il solito, come le medesime sono le menti che danno vita a questo squallido teatro di abuso di potere, inganno e sfruttamento. Il FMI e la Banca Mondiale irrompono nelle politiche locali prestando denaro agli stati, spesso dilaniati da lotte intestine o da carestie, gravandoli di debiti quasi sempre inestinguibili se non sotto il ricatto dell’accettazione di strategici‘Programmi di aggiustamento strutturale’, ovvero linee guida da attuare per favorire investimenti stranieri, aumentare le esportazioni, alleggerire i deficit di bilancio. Chossudovsky enumera una serie incredibile di disastri causati da questi ‘shock economici’, che stravolgono la politica e la società di un paese affamandone la popolazione, devastando gli apparati pubblici, licenziando migliaia di lavoratori, indebolendo la rete di imprenditori locali e appropriandosi delle risorse naturali e ambientali del territorio. La Somalia, il Rwanda, il Messico, gli stessi Stati Uniti e il Canada, sono paesi economicamente allo sbando a causa di queste scellerate politiche economiche, palesemente finalizzate all’arricchimento di una elìte privilegiata di banchieri internazionali e azionisti di grandi multinazionali di cui la gente non conosce le facce e i nomi. Gli accordi di libera circolazione del lavoro sanciti dal Trattato di Maastricht e la conseguente apertura delle frontiere nei paesi dell’Unione Europea, così come gli accordi commerciali NAFTA nel Nordamerica, sono misure indirizzate, non già a sanare l’economia globale, ma ad accentrare le ricchezze in pochi centri di potere. FMI e Banca Mondiale sono organi tecnocratici nati dalla conferenza di Bretton Woods nel 1944 allo scopo di sostenere lo sviluppo delle popolazioni mondiali, ma da allora il mondo non ha visto altro che guerra, morte, devastazioni e fame. Per non parlare della grave crisi economica che stiamo vivendo in questi ultimi mesi. Allora chi controlla queste organizzazioni? Chi valuta il loro operato? Chi le elegge? Chi le finanzia? Chi c’è dietro? I media non si occupano di queste cose. L’attenzione pubblica viene sempre deviata su altri argomenti. Chossudovsky spiega che in Rwanda, nel 1994, si consumò un genocidio tra i più grandi della storia moderna, ma i media lo presentarono come una semplice lotta fratricida tra diverse etnie (Hutu e Tutsi), ignorando che le vere ragioni dei massacri erano da rintracciare nelle rigide misure economiche che il governo, su indicazione dei tecnici del FMI e della Banca Mondiale, varò gettando la popolazione nella disperazione e nella miseria. Allora bisogna chiedersi perchè tutto questo. Esiste un grande progetto di dominio globale, un piano criminoso che riguarda tutti i continenti e che in breve, se nessuno farà nulla, ci porterà ad un Governo Mondiale gestito da un gruppo di banchieri e affaristi internazionali. Una sola banca, un unico Stato e una sola e ridotta popolazione. Il Nuovo Ordine Mondiale è una realtà che lentamente si sta concretizzando. I segnali sono molteplici. Il piano è in fase avanzata. Negli Stati Uniti ne sono al corrente cronisti e intellettuali, che si stanno già mobilitando. In Italia ne parlano tanti blog, nonchè stimati giornalisti e professionisti. E’ necessario che si diffonda la consapevolezza della nostra ignoranza. Il libro di Chossudovsky smaschera con acume e competenza alcuni dei meccanismi che stanno imbrigliando l’umanità in una rete di menzogne e soprusi per raggiungere questo obiettivo. Ma tanti sono ancora gli aspetti da capire e le trame da svelare. Se Roberto Saviano ha venduto quasi due milioni di copie denunciando la camorra italiana senza però spingersi al di là dei confini campani, la visione globale e la chiarezza argomentativa di questo saggio dovrebbero valere a Michel Chossudovsky almeno il premio Pulitzer.


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