La resistibile avanzata dell'ISIS

nov 17, 2014 0 comments


Di Salvatore Santoru

L'ISIS sta avanzando in tutto il Medio Oriente e ormai anche in Nord Africa, tanto che in Libia la città di Derna risulta completamente nelle mani dei terroristi,e Abu Bakr al Baghdadi ne è stato nominato leader del Califfato della città, con una vera e propria cerimonia in piazza.

derna-libia-stato-islamico


Intanto in Siria proprio ieri 16 novembre l'operatore umanitario statunitense Peter Kassing, ostaggio sin dal 1 novembre, è stato barbaramente decapito, e tale esecuzione è stata annunciata tramite un video in cui si mostra anche la decapitazione di massa di soldati siriani.


Sembra proprio che l'ascesa del gruppo terrorista sia inarrestabile, eppure non è così.

L'ISIS, senza i finanziamenti di Quatar e Kuwait e gli "errori" della politica estera statunitense, sicuramente non sarebbe andato da nessuna parte.

Com'è ampiamente noto, tale gruppo incominciò a crescere fortemente nel 2013 durante la guerra civile siriana, mentre prima, sin dalla sua fondazione nel 2004 sotto il nome di Jamaat al-Tawhid wa'l-Jihad, non era che una delle tante fazioni minori di Al-Quaeda.

Flag of al-Qaeda in Iraq (2004-2005).svg

In Siria la costante strumentalizzazione della rivolta da parte degli USA, e dall'altro canto il sostegno economico da parte delle monarchie del Golfo a tutto il fronte dei "ribelli" ( dove al tempo anche l'ISIS vi era incluso ), ha costituito indubbiamente terreno fertile per i terroristi.

Su ciò, c'è anche da ricordare che senza i veti di Russia e Cina all'Onu all'intervento militare preparato da Obama, la situazione sarebbe drasticamente peggiorata e la Siria sarebbe oggi in buona parte in mano dei gruppi terroristi.


Sembra proprio che la resistibile ascesa dell'ISIS sia fortemente voluta, e faccia comodo a determinati poteri forti che spingono verso una nuova guerra su scala globale, necessaria all'instaurazione del famigerato "Nuovo Ordine Mondiale", come descritto in un articolo di poco tempo fa su questo blog, e sinteticamente spiegato da David Icke in un'intervista con il reporter Luke Rudowski di We Are Change, un'intervista che, al di là di cosa si possa pensare delle idee di Icke, vale la pena di ascoltare per riflettere.

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