La successione al trono saudita e la nuova guerra mondiale

feb 8, 2015 0 comments
Di Alfonso Desiderio
La morte del re saudita Abdullah e la salita al trono del fratellastro Salman apre una fase cruciale nella famiglia regnante proprio nel momento in cui l'Arabia saudita ha un ruolo determinante nella guerra mondiale in corso. Sì, non è stata dichiarata ufficialmente ma la guerra è in pieno svolgimento. La 'bomba atomica' l'ha sganciata proprio l'Arabia saudita non riducendo la produzione di greggio e facendo crollare il prezzo del petrolio da 100 a 50 dollari circa. Obiettivo dell'attacco la Russia di Putin e l'Iran, come vedremo meglio nella seconda puntata di questo post.
L'asse Arabia Saudita-Stati Uniti regge dalla seconda guerra mondiale e ancor più dopo la rivoluzione islamica in Iran, nonostante l'11 settembre (al Qaida nasce e si sviluppa nell'ambito dell'integralismo saudita) e gli ultimi screzi sulla diversità di vedute su 'primavere' arabe e Iran. Oggi più che mai il fronte comune contro la Russia di Putin rende delicati i rapporti tra i due paesi. Basta guardare le dimensioni e la qualità della delegazione americana corsa a omaggiare il nuovo re saudita. Colpisce soprattutto dopo l'assenza Usa alla manifestazione parigina contro il terrorismo all'indomani della strage di Charlie Hebdo. Giusto per sottolineare quale sia davvero il centro del mondo nella visione americana.
Re Salman succede ad Abdullah, che ha governato (già quando era successore designato del malato re Fahd) in anni cruciali per la monarchia saudita: dalla paura per la minacciata invasione da parte di Saddam Hussein alla sfida lanciata da Osama bin Laden alla legittimità della famiglia a custodire i luoghi santi islamici. Nato nel 1924 ha dato timidi segnali di apertura: nel 2011 ha concesso il voto alle donne.  Il nuovo re Salman è noto per il suo pragmatismo. Il problema è che  ha 79 anni e anche lui ha diversi problemi fisici.



 E' uno dei sette sudairi, i  figli del matrimonio tra il primo re saudita e una delle mogli, Hassa bint Ahmed Al Sudairi, forte gruppo di potere nell'ambito della sterminata famiglia dei saud, che conta centinaia se non migliaia di principi. Per motivi anagrafici con lui scomparirà la generazione che ha retto l'Arabia Saudita negli ultimi decenni.
Gli occhi sono puntati sul nuovo erede designato al trono: il principe Mohammed bin Nayef, vice primo ministro e ministro degli Interni. Nato nel 1959, è un 'giovane' secondo gli standard della gerentocrazia saudita. Secondo il New York Times con lui assisteremo a una politica estera più assertiva: i suoi nemici sono la Fratellanza musulmana (che ha fatto di tutto per abbattere in Egitto) e gli odiati iraniani (con gli altri sciiti). E' probabile che la nuova generazione sia paradossalmente più conservatrice e integralista della precedente.
Il rischio è esarcebare ancora di più la grande contraddizione che mina alla base il potere dei sauditi: l'essere alla stesso tempo i custodi dei luoghi santi islamici e il paese con le maggiori riserve di petrolio al mondo. I saud sono riusciti a unificare il paese basando la propria legittimità sul wahabismo, settecentesca dottrina fondamentalista dell'Islam fondata da Mohammed Ibn Abdel Wahhab. Paradossalmente l'avanzata saudita nel Novecento ricorda molto la crescita attuale dell'Is. Integralismo e ritorno alle origini dell'Islam guidarono la legittimazione saudita contro i potentati dell'epoca.

Sul wahabismo si fonda la legittimità della famiglia regnante e il loro diritto di custodire i luoghi santi della Mecca e di Medina. Allo stesso tempo però l'Arabia Saudita ha sempre affiancato (e secondo alcuni a volte guidato) gli Stati Uniti, in un asse decisivo e determinante per le due potenze 'fondate' sul petrolio, a livello internazionale. E per questo minacciata dai nuovi movimenti integralisti, all'esterno ( vedi il califfato dell'Is) e anche all'interno della penisola arabica. Una contraddizione che rischia di far esplodere il paese che grazie alle sue riserve e alla capacità di aumentare o diminuire a piacimento la produzione di greggio, sta decidendo il prezzo del petrolio a livello globale.

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