Trasformare tristezza in felicità

giu 7, 2015 0 comments
Di Osho
Ad esempio, se ti senti scontento, cosa puoi fare? Patanjali [il più famoso esponente dello Yoga] dice di riflettere sull’opposto: se ti senti scontento, contempla la contentezza. Chiediti: cos’è la contentezza?
Porta equilibrio. Se la mente è arrabbiata, introduci la compassione. Pensa alla compassione, e subito l’energia cambierà, perché è la stessa energia; l’opposto è la stessa energia. Quando fai entrare in campo l’opposto, esso assorbe l’altro lato. C’è rabbia: contempla la compassione. Fai una cosa: procurati una statua di Buddha, perché quella statua esprime il gesto della compassione. Quando sei arrabbiato, vai nella tua stanza, guarda il Buddha, siedi come un buddha, e prova compassione. Subito vedrai accadere dentro di te una trasformazione: la rabbia cambia, l’eccitazione scompare… nasce la compassione. Non è un’energia diversa; è la stessa energia della rabbia che cambia la sua qualità e raggiunge un livello più elevato. Prova.
Non è repressione, ricordalo. La gente mi chiede: “Patanjali sta reprimendo? Se sono arrabbiato, e penso alla compassione, non sarà una repressione?”. No, si tratta di sublimazione, non di repressione. Se sei arrabbiato e reprimi la rabbia senza pensare alla compassione, quella è repressione. Continui a tenerla sotto controllo, sorridi e agisci come se non fossi arrabbiato – ma la rabbia è lì che bolle, pronta a esplodere. Quella è repressione. No, non stiamo reprimendo nulla, e non stiamo fabbricando un sorriso o qualcosa del genere; stiamo cambiando la polarità interna.
È il polo opposto, l’altro estremo. Se provi odio, pensa all’amore. Se senti desiderio, pensa all’assenza di desiderio e al silenzio che l’accompagna. In ogni caso, introduci l’opposto, e osserva cosa accade dentro di te. Una volta che hai scoperto il ‘trucco’, sei diventato un maestro. Ora hai la chiave: in qualsiasi momento la rabbia può essere trasformata in compassione, l’odio in amore, la tristezza in estasi. La sofferenza può diventare beatitudine, perché la sofferenza ha la stessa energia della beatitudine – non è un’energia diversa. Devi solo sapere come canalizzarla. Non c’è repressione, perché tutta l’energia della rabbia diventa compassione – non resta nulla da reprimere. Nella compassione, in realtà, viene espressa.
Esistono due modi d’espressione. Ora in Occidente è diventata molto importante la catarsi. I gruppi di Encounter e di Primal credono nella catarsi. Anch’io ho creato un metodo catartico con la mia Meditazione Dinamica, perché la gente ha perso la chiave per la sublimazione. Patanjali non parla affatto di catarsi. Come mai? La gente ai suoi tempi aveva la chiave, conosceva il ‘trucco’. Sapevano come sublimare. Tu te ne sei dimenticato, quindi devo insegnarti la catarsi.
C’è rabbia e questa rabbia può essere trasformata in compassione, ma tu non hai idea di come fare. Non è un’arte che si può imparare, è un ‘trucco’. Puoi imparare solo facendolo – non c’è altro modo. È come quando nuoti: devi nuotare, e sbagliare, e a volte rischiare. A volte ti sentirai perso; penserai che la tua vita sia in pericolo, che stai annegando. Devi passare attraverso tutti questi momenti, e così impari il trucco, sai di che si tratta. Nuotare è semplicissimo.
Hai mai notato? Ci sono alcune cose che impari e non puoi dimenticare: nuotare è una di queste. Tutto il resto puoi imparare, e puoi anche dimenticare. A scuola hai imparato mille cose; ora le hai dimenticate tutte. L’intero sistema scolastico sembra essere un grosso spreco. La gente impara, ma poi non ricorda nulla. Fai gli esami… e poi basta, poi non ti ricordi più di nulla. Ma non puoi dimenticarti come nuotare. Se per cinquant’anni non sei più andato al fiume e un giorno di colpo vieni gettato dentro, nuoterai bene come prima – non avrai nemmeno un momento di esitazione su cosa fare. Perché accade questo? Perché è un ‘trucco’. Non puoi dimenticarlo. Non è qualcosa che impari, non è un’arte. Ciò che impari – l’arte – può essere dimenticata, ma un trucco? Un trucco è qualcosa che va in profondità nel tuo essere e diventa parte di te. La sublimazione è un trucco.
Patanjali non parla mai di catarsi. Io devo farlo per via di come sei tu. Ma quando comprendi, e sei in grado di sublimare, la catarsi non serve più, perché essa è, in un certo senso, uno spreco d’energia. Sfortunatamente, in questo momento non c’è nulla da fare. E se hai represso per tanti secoli, la sublimazione può apparirti come repressione, quindi la catarsi sembra essere l’unica possibilità. Prima devi trovare un po’ di sollievo, alleggerirti – devi scaricarti dai tuoi fardelli – e poi ti si potrà insegnare l’arte della sublimazione.
Sublimazione vuol dire usare l’energia in modo più elevato – la stessa energia viene usata con una qualità diversa. Ma tu prova. Alcuni hanno fatto la Meditazione Dinamica per lunghi periodi di tempo. Puoi provare: la prossima volta che provi rabbia o tristezza, siediti in silenzio e lascia che la tristezza si sposti verso la felicità – aiutala, dalle una spintarella. Non fare troppo e non avere fretta, perché la tristezza all’inizio sarà riluttante a muoversi verso la felicità. Per secoli, per molte vite, non le hai permesso di muoversi in questa direzione – sarà riluttante
È come un cavallo che vuoi costringere a prendere una nuova strada, una che non ha mai percorso prima – sarà riluttante. Cercherà di imboccare la vecchia strada, il solco che conosce già. Lo dovrai convincere, sedurre, a poco a poco. Di’ alla tristezza: “Non temere. È magnifico! Vieni da questa parte. Puoi diventare felicità, non c’è nulla di male in questo è non è impossibile”. Persuadi la tristezza, parlale, e un giorno all’improvviso scoprirai che la tristezza si è spostata in un nuovo canale: è diventata felicità.

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